Poesia

Oscuro nuocere d’umano degno

Vennero le pagine gremite in ore di freddo vicendare,

nel silenzio morso fra gole intrise nel creduto d’incapace potere…

D’una verità che d’altra grazia nutre l’ossigeno in sua luce da sempre.

Ancora le morti d’ingiusto e folle regnare in mani di vertici d’ormai ogni vuota ragione,

spinti d’incosciente terrore verso un tal chiaro risolto in attesa a disposti di quantificabile apparente perdita…

Giacchè aggrappati di materia e peccare si fa soggetto immagine in loro di chissà l’immensa rinuncia.

Se solo avessero voce le rocce di montagne di muri incolpati al cuore nostro,

potessero l’attimi essere vinti d’ascolto una sola volta in dimenticato danaro e brillio…

Si facesse così colto e culto quel seme d’amore che d’ogni tempo ancor non cessa battito d’esistenza.

Come si può lasciar concessa gloria codesto scuro nuocere d’umano degno,

d’un presente che ci ha reso ormai tutti testimoni del vero in scelta…

Confusi e sbaragliati di cause all’unisono grido sotto il tetto che non si nega più d’ognuno il cielo essere.

Poi però volerne correre in regalo la grazia d’un futuro di uccisi nascosti dolenti egoisti passati,

in abbandono del dono più valevole d’azione e nesso qual l’attuale istante…

Davvero lasciamo le spalle come fine in eredità anziché far la vita importante?

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