D’esser levato piede non demordo
che di vincita non mi regala la vita
il solo muover dei miei passi
sposta monti, mari e sassi
un urlo piano dal di fuori implode uguale
cuore stanco del terreno combatter materia
veste nudo ogni sua nuova forza ancora
dal respiro sopravvive e batte sentiero decisa
ombre che di tatto approda in vero
d’innocuo nullo sapor trinso ne porta
il mio portarne peso d’una tregua aspira
che di occhi poserei riposo su d’un dipinto
e mani in tasche vuote non ne sanno
quel poco di calma a me sí cara
lascia duro ogni suo passaggio timido in me inciso
ma del breve ne ho intravisto infinito
cosicché combattere non mi è battaglia
solo un altro sole dietro la prossima montagna