Poesia

D’infinita congiunzione

D’altra veduta ne fa attore un altrove aperto sguardo,

ove di nascere mistero rende al viver l’assente ora…

Nemmeno spazio intromette qui certa fissa struttura.

Laddove nel profondo si fa entro petto sentir d’esso,

Li’ dove una dimora rende d’etrna vita ai sentimenti…

Che non da mura ne ferma immagine né da tempo.

Un attuale se ne vuol chiaro perduto il nesso pensier,

seppur d’ogni parte vien voce, al temuto par ignota…

Tal per cui in negar evoluto preme freno d’esperienza.

Voluta prigionia qual di cieco si popola regno menti…

Un taciuto poter si vuol punita d’infinita congiunzione,

poiché delle schiavi mani si giuocono quadri l’affari.

Seppur di si lontano non a tutti pote osarne l’occhio,

neppure ancor si fa vera lezione una scritta storia…

Di sospeso narra vedute ombre d’astratta leggenda.

Una rabbia mi vien dritto pugno alla coscienza,

Che di singola cultura ancor non scala scuola…

Allorché in continuo di penna va scrivendo sue rime,

che di riconosciuto segretare oppone regola a teoria.

Vissuto che le mie forze anzi non va stancando,

di larghe braccia un messaggio sta portando…

Ruolo che senza fine andrò lottando e divulgando.

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