Nuvole che di grigio presentarsi non si orientan più per orma lagrima d’infelice nudo solarsi,
volteggiano anzi d’aria come decorate tavole di colore intonate che paion mute nel volto a paradosso d’alta voce in silenziato petto…
Essenza dai modi e d’in sequo si creò cotal ponte d’unito terrestre paradiso cornice in moto ai tempi novi d’umile crescere.
Non seppe neppure un futuro d’assoluto chiaro fra divergenti rabbie, gabbie per riflesso o proprio colpare entro cospicuo disordine d’emozioni cui rimembra però una ferrea logica,
ma poi proprio all’orlo d’un fato ingresso le venne impatto primo di tratto ignota memoria d’amato mondo perfino tarde tese orecchie nanzi ahimé stretta d’usura interiore non se le permise più in certezza…
A quel punto non le fu coraggio né rinuncia nervoso batterle corpo ancor sorretto seppur di tremanti arti, scudo d’un real sapere prova in essere infine giacchè piuttosto il mortal dobbiar di sé.
Seppe ancora guardato vicino tal arrivarsi avvento corroso di tanto sforzo d’una già nascita e visionaria mira fra l’occhi e l’anima,
nessuna pazzia le fu più angolo di riposo per una scelta che da sempre le portava largo core cieco, talvolta di senso privo, eppure del respiro causa e ragione…
Allorché senza scampo di chiara dimensione le solveva didentro un prontarsi spazi celesti d’abissali radici in profonda umanità a passi e lingue d’attuale compreso d’ella fuor mente e mani.
Sicché nel colto assumere un equo responsabile conto d’infinito quanto impagabile guadagno che l’errata pelle o costume le fu nullo di principio una materiale compensa,
l’ognuno attorno ormai conscio le vorrebbe in augurio carezze che venga sottile il ricordo di dolor tresorati tra nitidi abbracci di presente al suo chino speso dono…
Affinché l’ancor oltre vigil osservato non si ceda mai intero l’altrui scomporre orgoglio di merita marveglia e d’amor tono.
