Poesia

D’una luce ne sia

Allegra si fa nuvola spasso del cielo stanotte pare,

tutti quei venti andati a dormire d’una certa pece…

Fosse l’era del non essere arresa me mai di quanti.

Quegli infiniti spazi or di sveglia tal di lontano sentire,

di fisico un’improvvidere elevata stima si toglie aria…

Ella si di vision e terrore rondo del mondo cura seme.

Ogni vinta corsa d’un tratto del coraggio si fatica,

ma non si vince più paura di ricordi il niente ormai…

Che abbandon esperto tempo ruba verità d’in mente.

Sicché d’una luce ne sia un sempre dono a gloria,

spento un carico del sempre in gusto l’onore causa…

Neppure bianco capacita rosso di solo nero mirare.

Cosi di bisticciata realtà ride ormai contraria follia,

almeno una volta d’un premio credetti ucciso merito…

Chi del mio pianto vita non seppe del’armato ferito.

Allora farebbe malattia d’un partecipe collettivo,

sentire silente rinato l’eco d’altre oltretudini e mura…

Chiedete ora di fare un’ avventura, di qui anche futura.

Per poco che di cuore si forte le resta in pace,

ridiamolo il valor d’unito il senso che tace…

Irene Arcorace forse sa qualcosa che pur terra piace.

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