Poesia

Solido d’io

D’una negata epoca si va scrivendo vinta la fine,

al parere d’ignota pelle colpevolezza paga a se…

Che quel solido d’io or vive in natura pelle.

Vicina si fa d’un calor l’abbraccio in luce,

vita che un docile vero s’era negata l’esistere…

Sempre al passo di cambiarsi in tal di scuse.

Allora aperta di sensibile fermezza si fa la porta,

anche le stelle s’investon con essa il giorno…

Così l’aurora di cuor si vien nato il vero ritorno.

Era il sogno che or di grande tiene fondo,

chiuso d’in se una dimenticanza nasce felice vinta…

Alle spalle trafitte di reale scompiglio più sente.

Risveglio di sonoro vien alto il volo di coro,

si fa di sciolte paure un dolce forte decoro…

Che nel bel viver regna qui l’ora del suo suono.

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